Questo corpus di fotografie fatte nel gruppo Adamello-Presanella, ci informa delle alterne vicende climatiche che, a partire dal 1500, hanno determinato avanzamenti ed arretramenti dei ghiacciai, fino a quello ora in corso
che appare irreversibile.
Nell’arco di alcuni decenni, ho potuto personalmente costatare la rapidità delle trasformazioni ambientali, in particolare a partire dal 2003. Ricordo lo stupore che provai quando nel 1963 misi piede per la prima volta sull’immenso ghiacciaio
del Mandrone; ricordo i grandi crepacci che si dovevano attraversare quando si abbandonava la morena di sinistra per puntare dritti al Passo della Lobbia. Oggi il ghiacciaio langue quasi un centinaio di metri più in basso.
Ma se il vistoso ritiro dei ghiacciai induce alla malinconia l’alpinista che li ha conosciuti nello splendore di un tempo, diverso può essere lo stato d’animo del fotografo che ha modo di osservare un ambiente nuovo, appena creato dalla
inarrestabile vicenda climatica.
Adriano Tomba
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