Ho cominciato a fotografare tardi, verso i quarant’anni, dedicando particolare attenzione alle Piccole
Dolomiti veneto-trentine. Poi gli interessi si sono allargati alle Grandi Dolomiti, al Gruppo Adamello-Presanella,
fino ai territori dell’Ovest degli Stati Uniti. Riflettendo oggi sul mio lavoro fotografico cosa posso dire? Tre aspetti credo di dover sottolineare:
- la fotografia (ma, a mio avviso, non soltanto la fotografia) non può essere praticata come un hobby. La fotografia deve
rappresentare un interesse forte che permea la nostra esistenza, che ci costringe a studiare, muoverci, fare…;
- la montagna è un mondo complesso. Non si tratta perciò di fare le “belle” fotografie delle cose che ci piacciono di più
(rocce, tramonti, neve, ecc.), ma occorre rappresentare questa complessità;
- bisogna cercare di rappresentare questa complessità evitando ogni appesantimento sentimentalistico. Le emozioni
che prova il fotografo davanti al suo soggetto devono essere poste al servizio della migliore rappresentazione possibile
del soggetto stesso evitando i luoghi comuni sempre in agguato.
Le Piccole Dolomiti veneto-trentine occupano un posto privilegiato nella mia mente e nel mio cuore...
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